LE MANGIATRICI DI TERRA

Le Mangiatrici di Terra

La serie Le Mangiatrici di Terra si configura come un interrogativo estetico e politico su corpi e soggettività subalterne, espresso attraverso un linguaggio visivo stratificato e composito, che si muove fluidamente tra memoria storica e realtà contemporanea.
Le “mangiatrici di terra” – artiste, attiviste, intellettuali, militanti e persone del movimento queer, sono le protagoniste di questo progetto in divenire, che volge lo sguardo verso il Sud come spazio critico di riflessione e resinificazione. Una resistenza
quotidiana e radicata, laddove “essere sud” diviene un atto di riappropriazione e autorappresentazione. In questa dialettica tra corpo e terra, l’artista stabilisce
un legame con la dimensione materiale e simbolica del Sud, non come semplice periferia subalterna, ma come geografia culturale abitata da soggettività plurali e potenti, capaci di rimodulare il loro status di marginalità in termini di agency e autodeterminazione.
Tra le Mangiatrici di terra, infatti, c’è chi quotidianamente lotta per i diritti LGBTQIA+ –, per il diritto all’aborto, oppure per il diritto alla Vita come nel caso di Mazia, mamma che dopo aver perso suo figlio a causa di un tumore da inquinamento, è tra i 41 firmatari che vede l’Italia condannata dalla Corte Europea dei Diritti dell’uomo (CEDU) per la Terra dei Fuochi. Questa ricerca rivitalizza, pertanto, una geografia culturale in cui la marginalità non equivale a passività, ma diviene motore di resistenza, legittimazione e interferenza.