“5’ TO INDUCE AN ABSENCE” 2015, Video 5:00”
Dove va l’IO quando il corpo diviene un luogo inospitale?
Il corpo è qui inteso come allegoria, spazio fisico privo di coscienza, non-luogo in cui si attua una simultanea spersonalizzazione dell’Io. Il video simboleggia il bisogno di frammentazione della realtà, respirare come pratica estetica, puro gesto effimero fine a sé stesso. L’artista, respirando in iperpnea – prova ad indursi un’assenza epilettica, forma di epilessia generalizzata e caratterizzata da episodi di breve sospensione dello stato di coscienza in cui si verifica l’interruzione di qualsiasi attività cognitiva e motoria. L’azione, tuttavia, si rivelerà un fallimentare intento di varcare nuovi confini emotivo – sensoriali, ancora scientificamente inspiegabili, costringendo l’artista a rimanere intrappolata all’interno della propria realtà percettiva
Where does the ego go when the body becomes an inhospitable place?
The body is understood here as an allegory, a physical space devoid of consciousness, a non-place in which a simultaneous depersonalisation of the ego takes place. The video symbolises the need for fragmentation of reality, breathing as an aesthetic practice, a purely ephemeral gesture for its own sake. The artist, breathing in hyperpnoea – tries to induce an epileptic absence, a form of generalised epilepsy characterised by episodes of brief suspension of the state of consciousness in which all cognitive and motor activity is interrupted. The action, however, will turn out to be a failed attempt to cross new emotional-sensory boundaries, still scientifically unexplainable, forcing the artist to remain trapped within her own perceptive reality