Cinquanta milioni di anni fa, in particolari condizioni geologiche, ebbe inizio la formazione di un meraviglioso calcare toscano chiamato Pietra Paesina, la sedimentazione di minerali ed il lento susseguirsi del tempo, hanno dato vita ad incredibili raffigurazioni di mari in tempesta, grotte marine, insenature, scogli, ecc. Immagini così perfette da sembrare dipinte, come se attraverso questi simulacri la natura fosse in grado di rappresentare al suo interno ciò che esiste all’esterno.
Riflettendo sulle capacità di autorappresentazione della natura, la ricerca condotta dall’artista, consapevole di vivere nell’epoca in cui siamo costantemente bombardati da immagini, utilizza l’infinita quantità di dati presenti sul web per trovare l’immagine gemella, il suo doppio.
Attraverso un processo associativo, ad ogni Pietra Paesina viene accostata una fotografia, creando una totale dipendenza tra le due immagini. Un’estetica del sublime che impone tutta la grandezza della natura, un rapporto talmente completo da bastare a se
stesso escludendo la presenza umana e limitando il suo ruolo alla contemplazione di una bellezza di cui non farà mai parte.
“Questa perfezione quasi minacciosa, perché si basa sull’assenza di vita, sull’immobilità visibile della morte, traspare nelle pietre in tanti modi diversi, che si potrebbero enumerare i tentativi e gli stili dell’arte umana senza forse scoprirne uno solo che già non avesse in loro un equivalente.
Qualsiasi immagine l’artista concepisca, per quanto essenziale, ridondante, tormentata l’abbia voluta, per quanto lontana da qualsiasi apparenza conosciuta o probabile cui gli sia riuscito ricondurla, chi può assicurare che nelle vaste riserve del mondo non si
ritroverà una effigie che le somigli e in qualche misura la ripeta?”
Fifty million years ago, under particular geological conditions, a magnificent Tuscan limestone called Pietra Paesina began to form. On this limestone mineral sedimentation and the slow passage of time produced incredible depictions of stormy seas, sea caves, coves and cliffs, etc. These images are so perfect that they appear to have been painted, as though nature was able through these simulacrums to portray beneath the earth’s surface what exists in the external world.
Reflecting on nature’s capacity for self-representation and mindful of the fact that we are living in a time of visual overkill where we are constantly bombarded with images from around the world, an artist’s research now uses the infinite volume of data available on the web to find a parallel image, a double.
Through a process of association, every Pietra Paesina has a matching photograph, creating a total interdependence between the two images. An aesthetic of the sublime that imposes all of nature’s greatness, a relationship so complete that it is self-sufficient, excluding the presence of humans and limiting their role to contemplation of a beauty of which they will never be part.
“This almost menacing perfection – for it rests on the absence of life, the visible stillness of death – appears in stones so variously that one might list all the endeavours and styles of human art and not find one without its parallel in mineral nature.
No matter what image an artist invents, no matter how distorted, arbitrary, absurd, simple, elaborate, or tortured he has made it or how far in appearance from anything known or probable, who can be sure that somewhere in the world’s vast store there is not that image’s likeness, its kin or partial parallel? “
Roger Caillois
In “The Writing of Stones”